Apriamo questo nuovo speciale ponendovi una domanda: quanti di voi sono stati di recente alla Games Week? Forse la maggior parte? Non pensiamo di esagerare…. E quanti di voi sono stati realmente soddisfatti ed appagati da ciò che hanno visto e da quella che dovrebbe rappresentare la strada intrapresa dal videogioco futuro?
Passione, stile, originalità… Sono questi gli elementi che troppo spesso mancano oggi al videogioco moderno, specie per chi è cresciuto in un’era in cui questi ultimi erano l’ABC di un videogame.
La domanda postavi appena sopra non è casuale e siamo sicuri del fatto che una larga fetta di voi che ci leggete (lettori/utenti che, nella maggior parte dei casi, si sono avvicinati ai videogiochi proprio in uno dei loro periodi di massimo portamento) sia tornata a casa dalla già menzionata fiera con un po’ di amaro in bocca. Amaro non dovuto all’organizzazione dell’evento in sé, quanto piuttosto a ciò che si poteva provare e guardare.
In una delle tante vie dell’enorme capitale d’Italia, però, è nata da qualche tempo una nuova realtà: il primo museo dedicato ai videogiochi in Italia, il Vigamus. Un’idea che non subisce l’influenza del videogioco moderno, i suoi vizi e le sue mancanze, ma che anzi si prefigge l’obiettivo di salvaguardare quello che è il videogioco più bello e al quale spesso si guarda con nostalgia.
Questo progetto, che vede tra i suoi fondatori Marco “Metalmark” Accordi Rickards (volto storico di Game Republic), si pone agli appassionati come vera e propria cronologia del mondo delle console, dalle più datate (Personal Computer largamente stagionati), fino alle più recenti. Un progetto, primo in Italia e secondo in Europa, di cui si sono sparse le voci anche fuori dal nostro paese e che ci rende felici nel vedere come l’Italia si renda protagonista di un mondo delicato come quello del retrogaming.
Un museo all’interno del quale il pubblico non si limita ad una visita puramente osservativa, ma anche partecipativa e vedremo più avanti il perché.
Nonostante sia scopo del Vigamus coprire l’intero mondo videoludico e di conseguenza senza eccezione di marchi, il nostro speciale darà chiaramente priorità all’angolo più segaro di questo interessante progetto.
Per tutti coloro che volessero invece saperne/vederne di più, potete trovare alla vostra destra un box con informazioni utili di vario genere.

I primi passi
Scese le scale ed entrati nel Vigamus, ci attende un piacevole e caratteristico ingresso con enormi modelli (vere e proprie statue ci verrebbe da dire) di alcuni dei personaggi più celebri del mondo dei videogiochi. Ci diamo un’occhiata in giro e in particolare all’esposizione di merchandise videoludico in vendita (parte del quale segaro, con gadgets soprattutto rivolti a Sonic) e paghiamo il nostro biglietto in cassa. Con l’occasione lasciamo la nostra firma sul Libro degli Ospiti, che ci garantirà sconti per le successive visite.
Oltre al gradevole aspetto estetico generale, troviamo piacevole anche il modo in cui vengono sfruttati i singoli spazi, con console in esposizione al centro dei corridoi e ai lati e con il nostro cuore segaro che non tarda nel ricevere i primi sussulti.
Una vetrina brilla di luce propria esponendo la storia “consolara” della grande S, dal mitico Master System e in entrambe le sue incarnazioni, fino al Dreamcast, passando per il Game Gear. Tutte esposte in ordine d’uscita, dalla più datata (in alto), alla più recente (in basso) ed ognuna delle quali affiancata da alcuni dei titoli più rappresentativi.
Testimonianza concreta di come Sega, oltre ad aver avuto invidiabili capacità tecniche nella realizzazione di console, mostrasse all’epoca gusti stilistici di assoluto valore.
Posare infatti gli occhi su una PSX dopo una visione del genere, non faceva altro che suscitare della tenerezza nei confronti di quei compagni di banco i quali, per rendere più gradevoli i loro “monoliti grigi”, ricorrevano ai tempi a skins adesive di dubbia qualità…

La splendida vetrina che racchiude la storia scritta dalla grande S come hardware house. Tempi che non torneranno più, ma che è bello ogni tanto ricordare

Come accennato agli inizi, visitare il Vigamus non significa semplicemente limitarsi ad apprezzare l’esposizione che il museo offre, ma anche videogiocare.
Alcune aree sono adibite proprio a questo scopo, con comodissimi posti a sedere su cui provare alcuni dei più famosi giochi del passato (che vengono cambiati frequentemente dallo staff), da soli o in compagnia e nella massima libertà.
Da citare episodi in cui mamme e papà, in compagnia dei loro bambini, sedevano davanti al Mega Drive di turno per far provare ai loro figli, con toni pacati e rispettosi, una delle migliori apparizioni di Sonic.
Episodi questi che mostrano come realtà come il Vigamus, possano dare un notevole contributo nel diffondere e far apprezzare un mondo, quello del retrogame, che per una generazione potrebbe essere sconosciuto, o addirittura screditato dal videogioco moderno e le sue rappresentazioni hardware che spesso lo propongono in condizioni più volte criticate da SWI.

All'interno del museo non potevano mancare action figures di alcune delle saghe più amate. Particolarmente apprezzabili quelle di personaggi SNK, grande partner di Sega nel third party, soprattutto in era Saturn e Dreamcast

Dai gladiatori ai porcospini: Sonic in gita al Colosseo
Siamo stati presenti al Vigamus il giorno del “Sonic Day”, un evento creato appositamente in occasione dell’anniversario del Sega Mega Drive (di cui avrete letto il nostro speciale recentemente) e proprio vista la natura dell’evento, c’era la possibilità di divertirsi con alcuni dei capitoli più celebri della mascotte Sega: dai capitoli 2D, arrivando all’ultimo Lost World per Wii U e 3DS e passando per capitoli quali Heroes e Sonic 2006 (Xbox 360/PS3).
Gasati dal tutto, ecco inoltre palesarsi davanti i nostri occhi il leggendario coin-op di Hang On, piazzato all’interno del museo romano proprio per l’occasione.
E’ finto? Sarà un cartonato? E’ uno scherzo di Veleno Seghista? Ci sarà un totem PS2 con Ridge Racer sotto? Ad una prima visione i pensieri che accompagnano momenti di panico sono tanti… Eppure si fa sul serio!
A condire la parte espositiva, gadget e materiale proveniente dal Giappone, in alcuni casi donati al Vigamus proprio da alcuni noti ed illustri volti del settore. Ma anche tavole descrittive che raccontano, in italiano ed inglese, ciò che stiamo ammirando: una console, un videogioco, la foto di qualche noto game designer. Tutto appare, a nostro avviso, esser stato messo su con certa cura.

Il classico angolo dove un segaro potrebbe restare probabilmente per più di 24h senza dormire, mangiare e probabilmente neppure andare in bagno. Precisione nei controlli da primato e impressionante, come prevedibile, la velocità di gioco.
Venivamo da una sessione di gioco a Rage Racer di Namco per PSX: a confronto, sostanzialmente, sembrava un fermo immagine...

Un altro aspetto particolarmente apprezzato del Vigamus è il suo non volersi limitare al classico museo da “Facciamoci un salto ogni tanto” e stop, ma invitando i suoi visitatori a metterci piede non solo quando si vuole passare un semplice pomeriggio diverso dagli altri, ma visitandolo con regolarità, rendendolo un appuntamento costante tra esso e l’appassionato.
Come? Attraverso la soluzione più semplice: creando eventi dedicati. Ma se è vero che un’idea concettualmente semplice può può stancare nel tempo, il risultato può capovolgersi se oltre alla semplicità alla base, si aggiungono impegno e passione. E il Sonic Day, da questo punto di vista, ci sentiamo di promuoverlo pienamente.
Organizzato all’interno di un’area dedicata, il programma è iniziato ed andato avanti con spiegazioni a voce, accompagnate da immagini, sul mondo di Sonic e sul personaggio in sé; oltre che da proiezioni di video messaggi esclusivi da parte di volti quali Yuji Naka, Masami Ishikawa, e Takashi Iizuka.
Il tutto per concludersi poi con quiz a premi sul celebre porcospino blu e la console che ne ha lanciato l’immagine ed il successo. Premi, è il caso di specificarlo, direttamente da SoJ.

Omaggi da Sega of Japan per il Vigamus e dal Vigamus per il suo pubblico. Un Mega Drive firmato da Naka, saluti vari da SoJ e la storia di Sonic e dell'MD attraverso proiezioni di vari video

Buono l’avvio, alte le aspettative
Va sicuramente detto che il Vigamus è ancora una realtà giovane, da poco nata e margini di miglioramento chiaramente ci sono: degli spazi in qualche area potrebbero essere sfruttati meglio e qualche spazio in più in generale non farebbe male; così come ci piacerebbe vedere maggiori esposizioni dedicate a specifiche saghe, oltre che alla moltitudine di versioni in cui sono uscite console come il Saturn, o soprattutto il Dreamcast.
O cosa dire di un’ipotetica vetrina dedicata all’arcade made in Sega, con impostazione cronologica, dal più remoto al più recente? Certo, raccogliere tutti i cabinati sarebbe improponibile, ma pensiamo ad esempio ad una versione sotto forma di galleria fotografica, con stato descrittivo vicino ad ogni titolo.
O se dovessimo rimanere nel “materiale”, esponendo copia del gioco per tutti quegli arcade che hanno visto la conversione e la scheda hardware per tutta quella (purtroppo per noi larga) fetta di nomi che invece la conversione non l’hanno mai conosciuta. E aggiungiamo, affiancare ad ognuno di essi una targhetta con immagini e informazioni di gioco.
Ad ogni modo, da parte nostra vanno a Metalmark e ai suoi collaboratori tutti i nostri migliori auguri, affinché il Vigamus possa crescere nel tempo non solo come dimensioni e spazi di esposizione, ma anche a livello di notorietà.
Per ora, la strada intrapresa è secondo noi quella giusta e i presupposti sembrano esserci.
Il museo sembra crescere nel tempo e quanto a voi che ci leggete, il consiglio può essere solo quello di prenderlo in considerazione come prossima meta delle vostre uscite con finalità videoludiche.