La quarantanovesima edizione dell’Amusement Machine Show si è appena conclusa riscuotendo un buon successo di pubblico, con un incremento di qualche migliaio di visitatori rispetto all’anno scorso. Un buon risultato per il mercato arcade, che cerca di resistere ai quei cambiamenti che hanno sempre più allontanato i giovani dalle sale giochi. Così come il Tokyo Game Show, negli anni l’AM Show ha continuato ad evolversi, i locali del Makuhari Messe appaiono sempre più come uno spettacolo dal vivo, dove sul palco si alternano esibizioni di artisti a presentazioni di giochi. Un po’ come gli Electronic Entertainment Expo dei bei tempi, unito però all’ordine tipico dei giapponesi miscelato a quel pizzico di verve che gli permette di non sentirsi mai fuori posto.
Il periodo di crisi per il settore dei videogiochi arcade però continua a farsi sentire e la presenza di Medal Game, Ufo Catcher e Puri-kura (macchinette per foto adesive) si fa sempre più sentire, sia nelle sale che nelle line up degli organizzatori come Sega.

Dove sono i videogiochi:
Per quanto riguarda i giochi, Sega si è presentata all’AM Show con una line up senza particolari sorprese. Presenti delle revisioni di Border Break, Shining Force Cross Raid e Project Diva, così come l’immancabile Virtua Fighter Final Showdown (annunciato di recente per console in digital delivery) e alcune produzioni non adatte al nostro mercato, quali Sega Network Taisen Mahjong 5 e l’ennesimo Answer×Answer. Era presente anche Operation G.H.O.S.T., seguito del celebre Ghost Squad ed atteso in Giappone per Aprile. Insieme a Border Break è stato probabilmente il titolo più visitato dello stand Sega, per quanto il comparto tecnico non faccia pensare 22b ad una produzione particolarmente dispendiosa. Un aspetto importante che dovrebbe far riflettere, soprattutto in vista del prossimo hardware (che non è stato annunciato per quanto fosse dato per certo da alcuni ambienti vicini a Sega of Japan) e delle prossime produzioni. Nonostante le carenze sotto l’aspetto grafico il titolo comunque pare conservare il feeling del predecessore, così come il cabinato che fa un suo intelligente dei Led e permette di coordinare le due squadre del gioco, sembra essere l’ennesimo colpo messo a segno dai progettisti di casa Sega. L’unica vera e propria sorpresa della fiera comunque è stato Virtua Tennis 4, che finalmente torna nel suo luogo di origine. Alla fiera era presente un cabinato standard ma tramite Sega Amusements Europa è stato subito annunciato il cabinato definitivo, dotato di ben quattro joystick. Una trovata che ricorda i bei tempi che furono con giochi come Gauntlet.

Ufo Catcher e gli altri:
Una parte dello stand Sega era dedicato ai Medal Game quali StarHorse o StarBoat che riproducono delle corse dove poter scommettere così come agli Ufo Catcher. Soprattutto 019 riguardo a questi ultimi Sega ha organizzato degli spettacoli dove presentare le novità. Il primo giorno invitando alcune SKE48 (gruppo idol femminile prodotto da Yasushi Akimoto) per presentare la collezione di premi a loro dedicate, il secondo giorno presentando la Sega Winter Collection, dedicata ad un pubblico femminile. Un po’ di spazio era dedicato anche ai Medal Game per i più giovani come quello di Fantasy Zone, così come a Darts Live 2 che potrebbe ricordare ad alcuni le sfide con le freccette in Shenmue. Tutti chiari esempi di come sia importante oggi allargare sempre più il pubblico delle sale giochi, creando prodotti per target diversi. La speranza ovviamente è che non ci si dimentichi dei “veri” cabinati, ricominciando ad investire seriamente sugli hardware ed il comparto tecnico dei giochi.

Outside Sega:
Riguardo i nuovi investimenti Taito dopo non aver ricevuto grande successo con l’hardware Type XZero ha presentato la Type X3. Dotata di un Intel Quad-Core i5 2400/3.10GHz ed una AMD Radeon HD 6770 andrà a sostituire l’X2 permettendone però la retrocompatibilità. Al suo stand erano presenti tra gli altri il picchiaduro di Persona 4 di ArcSystem ed il simpatico Block King, dove potremo lanciare delle palle contro lo schermo per distruggere dei castelli creati con mattoncini simil-Lego. Un’idea che ricorda il recente Brick People di Sega, sia per il riferimento ai Lego sia per l’utilizzo di strumenti “materiali”. Non poteva mancare Namco, presente soprattutto con Tekken Tag Tournament 2 e Dark Escape 3D, un horror con tanto di lightgun del quale purtroppo non si sa ancora molto, anche grazie alla politica della compagnia giapponese di non permettere molte riprese dalle loro parti.

Gli insegnamenti del passato:

Gli organizzatori della fiera hanno tenuto una presentazione che ha ripercorso la storia dei cabinati e ne ha riassunto i concetti chiave che ne hanno permesso il successo. Il primo concetto chiave è stato quello di feeling, di sentirsi legati alle sale giochi per l’esperienza offerta. Negli anni ’80 con il successo delle console le compagnie arcade infatti si sono sempre dovute più concentrare sul donare ai giocatori delle esperienze irriproducibili sui sistemi casalinghi. Una necessità perfetta per la filosofia di Sega di fornire hardware sempre all’avanguardia e la fantasia dei suoi ingegneri di fornire cabinati sempre più coinvolgenti. Sono gli anni di Yu Suzuki e dei vari Hang On, After Burner, Outrun, Space Harrier…che non a caso durante la presentazione ricevono il doveroso tributo. Altro passo fondamentale nell’evoluzione delle sale giochi giapponesi è stato allargare il mercato a nuovi potenziali consumatori. Ne sono un esempio gli Ufo Catcher di Sega rivolti inizialmente soprattutto ad un pubblico femminile e le Puri-kura (Sega+Atlus). Una rivoluzione fondamentale però è stata anche quella di Street Fighter II, 34b_0 che ha spianato la strada al successo dei fighting game, ai tornei, alle sfide tra giocatori, diventando un vero e proprio fenomeno di massa che ancora oggi nonostante tutto continua ad avere degli appassionati in tutto il paese. Più di recente un’altra rivoluzione nelle sale giochi per gli organizzatori è stata quella di introdurre il concetto di collezionare, in modo da far tornare i giocatori meno abituali all’interno delle sale giochi. Ne è stato un chiaro esempio il successo anni fa di Mushiking: King of The Beetles sempre di Sega, così come di tutti gli investimenti che in questi anni sono stati fatti per rendere le esperienze arcade sempre più personalizzate, con card da portare sempre con sé dove poter registrate e conservare le proprie partite. Nostalgicamente qualcuno ricorderà al ruolo che le VMS avrebbero potuto avere in caso il Dreamcast avesse ottenuto il successo tanto sognato.

La Sega siamo noi, ma chi siete voi:
Indubbiamente una cosa che colpisce delle fiere arcade è di come Sega of Japan come azienda riesca 38b ancora a conservare nonostante tutto il suo fascino e quella carica capace di differenziarla dalle altre compagnie (arcade e non). Nonostante i pochi giochi presenti, dal taglio del nastro all’apertura al concerto finale di chiusura, i suoi stand ed i suoi spettacoli hanno continuato ad attirare la folla. In particolare l’evento finale di chiusura è stato il vero successo dell’intera fiera. Come da tradizione Sega ha portato sul palco i giocatori rendendoli i veri protagonisti, permettendogli di sfidarsi nei tornei di Border Break e di Virtua Fighter. Quest’ultimo torneo dato il seguito del picchiaduro è stato quello più importante. Presentato da Sexy Saitama 45b e Asapon, il VF5FS Dream Tournament, torneo solo ad invito, è stato vinto da “Homestay Akira” prima di sfociare in un esilarante incontro tra le due guest star. In chiusura sul palco si sono presentati i Sega Sound Unit, arrivati ormai al decimo anno di attività. Hiro e Mitsuyoshi veri e propri pilastri del reparto audio di Sega, hanno dato spettacolo presentando il theme di Operation G.H.O.S.T. e altri pezzi quali l’immancabile Into the Blue Sky, un inno allo spirito Sega che dovrebbe dare coraggio soprattutto in anni dove il cielo appare sempre più grigio.

Gallery SWI sull’Am Show 2011:

[Credit: Sharkone | Sources: 4gamer, AmNet, Arcade Heroes, Sega, Sega Amusements]