


























Il successo del Mega Drive Mini ha aperto un nuovo business per Sega, quello delle mini console. Un settore che riavvicina la casa di Sonic al suo business originale, quello dell’hardware casalingo, un ciclo sfortunatamente concluso col Dreamcast.
E così quest’anno ci ritroviamo con due mini console, l’Astro City Mini (in uscita a Dicembre 2020) ed il Game Gear Micro.
Game Gear Micro nasce per celebrare ben due anniversari: i 60 anni di Sega ed i 30 anni dall’uscita del mitico Game Gear, non a caso Sega ha scelto proprio il 6 Ottobre per lanciare il Game Gear Micro, lo stesso giorno di uscita del Game Gear originale in Giappone (6 Ottobre 1990).
Game Gear Micro viene venduto in quattro colori, ogni versione include a sua volta quattro giochi diversi.
Iniziamo subito nel dire che le versioni “Black” e “Blue” sono sicuramente quelle più “import friendly”, dal momento che includono giochi più arcade come Sonic o Gunstar Heroes, al contrario delle versioni “Yellow” e “Red” che si focalizzano sugli rpg come Shining Force e Megami Tensei Gaiden Last Bible, e come è lecito aspettarsi per giochi del genere, la barriera linguistica può diventare un problema.
Sega ha deciso di fare le cose per bene a cominciare già dal design della scatola che richiama quella originale giapponese (a quanto sembra dovrebbe essere curata perfino dallo stesso designer, cosa che la dice lunga sulla cura per i dettagli di tutto il progetto).
Una volta aperta la piccola scatola, ci si trova davanti all’unità che si presenta più piccola di come ci si potrebbe aspettare. Si capisce bene perché Sega abbia usato il termine “Micro” al posto di “Mini”.
Per un fan Sega, il paragone migliore per rendere l’idea delle dimensioni e del feeling è con la Visual Memory del Dreamcast.
Anche le dimensioni dei tasti sono molto simili tra GG Micro e VMU, per cui se vi trovavate bene su uno, non dovreste avere problemi con l’altro.
Game Gear Micro è una ricostruzione in miniatura perfetta in tutti i dettagli. Pulsanti, connettori ecc. sono quasi tutti nella posizione originale.
Ad esempio il tasto rosso dell’accensione lo troviamo in alto a destra, vicino al connettore micro USB per l’alimentazione, il jack per le cuffie ed infine la classica rotellina per regolare il volume in alto a sinistra. L’altoparlante mono di ottima qualità invece lo troviamo sempre sotto la croce direzionale.
Parlando dell’alimentazione, Game Gear Micro richiede due batterie AAA mini stilo, oppure è possibile usare un comune cavo micro-USB come abbiamo appena accennato.
Accesa la mini (anzi micro) console, diventa chiaro il perché Sega sia stata così audace nel miniaturizzare il Game Gear fino a questo punto.
La risposta è nello schermo: nonostante le dimensioni di un solo pollice, la definizione è ottima con un’elevata densità di pixel, che rende le immagini davvero nitide. Incredibilmente i testi a schermo sono perfettamente leggibili, la saturazione e brillantezza dei colori sono davvero buoni.
Le scie tipiche degli LCD sono ridotte al minimo (Sonic è da sempre il miglior benchmark per il panning degli schermi) e perfino l’angolo di visuale, ampio di quasi 180°, rende l’immagine perfetta da qualsiasi angolazione la si guardi.
La resa è quindi diversa rispetto all’originale schermo del Game Gear con tutti i limiti tecnici tipici dell’epoca, tanto che alcuni titoli come Gunstar Heroes (che sfruttavano a suo vantaggio i difetti dello schermo) sono stati leggermente riadattati al display più definito del GG Micro.
Sega ha inoltre creato una versione mini del Super Wide Gear (chiamato in Giappone “Big Window”), ovvero la lente d’ingrandimento dell’originale Game Gear.
Purtroppo l’accessorio non è venduto separatamente, ma è un gadget dato in regalo a chi compra tutte le quattro colorazioni del GG Micro, non ci è stato quindi possibile testarlo.
I pulsanti sono buoni e reattivi, anche se la croce direzionale poteva essere migliore, risultando troppo “morbida”, il che richiede una pressione più profonda del tasto (soprattutto la direzione destra).
Bisognerà quindi cercare sempre la posizione migliore per il pollice, ma una volta trovata non dovrebbero esserci problemi, anche per chi ha mani grandi.
“Micro” è più è piccolo del 40% rispetto al Game Gear, tuttavia i pulsanti non sono in scala ma sono stati ingranditi per ovvie ragioni
Passando al lato software, l’emulazione dei giochi è stata curata dal team M2, che è garanzia di qualità.
Anche in questo caso il lavoro svolto è ottimo, con un’emulazione pressoché perfetta da quello che abbiamo potuto testare.
Game Gear Micro offre inoltre un menù di selezione dei giochi semplice, pulito e curato, dal quale si può accedere facilmente alle varie opzioni di regolazione della luminosità dello schermo oppure ai salvataggi di stato.
Il menu può essere richiamato semplicemente con la pressione prolungata del tasto start, utile anche per cambiare gioco senza dover spegnere la console.
Per ciascun gioco abbiamo a disposizione due slot per i “save state”, che permettono di ripartire nel punto esatto in cui abbiamo interrotto la partita. Sono aggiunte sempre gradite in questi casi.
A completare il pacchetto, troviamo altre chicche come delle simpatiche schermate con gli eroi Sega come Gilius di Golden Axe o Alex Kidd che avvisano quando le batterie sono in esaurimento.
Game Gear Micro è in definitiva un bel modo di celebrare una console portatile storica.
I difetti veri alla fine si possono ricondurre ad una croce direzionale migliorabile e ad un prezzo di listino (4980 Yen) un pò troppo elevato.
Ovviamente sarebbe stato preferibile un “Game Gear Mini” più grande e magari con supporto per le cartucce originali, ma una console del genere avrebbe richiesto ben altri investimenti ed è chiaro che Sega aveva altro in mente per il Micro.
Game Gear Micro si piazza a metà strada tra le console mini ed i gadget da collezione, è un prodotto rivolto espressamente al mercato giapponese e per lo scopo che si prefigge è un prodotto riuscito, bello sia da usare che da tenere per collezione.
Tanti Auguri Game Gear.