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Il 2 Luglio 2009 esce in Giappone Hatsune Miku-Project DIVA- per Sony PSP ed inizia per Sega una lunga collaborazione con il mondo delle vocaloid Crypton, un mondo che ha portato alla vendita in Giappone di oltre 2,5 milioni di giochi, la distribuzione di due coin op ed un’insperata localizzazione per il mercato occidentale.
Per festeggiare il quinto anniversario di questa fruttuosa alleanza, Sega ha organizzato presso il Tokyo Joypolis una festa dedicata a Miku ed i suoi fan, così come sono state annunciate una serie di iniziative che andranno a rallegrare i supporter della saga (anche del tanto bistrattato occidente). Ma scopriamo insieme come è nata questa storia:

Sega feat. Hatsune Miku Project:

Nel 2007 Crypton Future Media utilizza il sintetizzatore vocale Vocaloid2 della Yamaha per realizzare la sua terza vocaloid, Hatsune Miku, creata campionando la doppiatrice Saki Fujita. Il successo di pubblico ottenuto da Hatsune Miku spinge i dirigenti di Sega of Japan a studiare meglio il fenomeno per lanciare eventualmente un videogioco ad essa dedicato. Hiroshi Utsumi, producer del Sega CS3 ed oggi supervisore dell’intero “Hatsune Miku Project”, dedice con i suoi ragazzi di utilizzare un approccio alternativo per realizzare il gioco, creando fin da subito una stretta collaborazione con i fan del mondo Crypton. Si crea così una piattaforma orizzontale di stampo partecipativo tra Sega e la community vocaloid, attraverso la realizzazione di un portale che possa coinvolgere quest’ultima nello sviluppo del gioco. Nel portale vengono infatti condivisi da Sega durante lo sviluppo video e screenshot e viene costantemente ascoltato il feedback dei fan, in particolare per quanto riguarda le canzoni da inserire nella tracklist finale del titolo.

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Il titolo come ricordato esce il 2 Luglio 2009 ed in poco tempo inizia a ritagliarsi un proprio spazio nelle classifiche di vendita. Per Sega of Japan si apre così lo spazio per un nuovo business dove convogliare non solo il reparto consumer ma anche quello arcade. Viene coinvolta così Am2 in modo da rilasciare una versione del titolo per le sale giochi, con grafica rinnovata ed aggiunte del caso (come ic card e network dedicato per aggiornamenti costanti). Lo sviluppo viene affidato a Makoto Osaki, che in poco tempo prepara su scheda Lindbergh un prototipo del gioco sfruttando il motore di Virtua Fighter 5. Hatsune Miku ha quindi l’onore di essere ricreata sfruttando il personaggio di Dural giusto in tempo per presentarsi al Summer 2009 Miku Festival. Successivamente, come il progetto prende forma, i ragazzi di Am2 optano per la nuova scheda Ringedge, presentandosi allo Spring 2010 Miku Fan event con una Miku rinnovata nella veste grafica. La nuova scheda permette ai grafici di Am2 di migliorare le animazioni, aggiungere l’anti aliasing ed il motion blur. L’anima del re dei picchiaduro rimane comunque all’interno del gioco, Project Diva Arcade infatti continua a fare uso di molti degli effetti ambientali di Virtua Fighter 5 (come la nebbia e la neve). Il titolo arriva nelle sale giochi agli inizi del 2010, senza non aver prima incontrato i fan tra concorsi e sondaggi per scegliere le tracce del gioco e le sue illustrazioni.

Gli effetti ripresi da Virtua Fighter 5…

…in tutta la loro bellezza

In appena un anno Hatsune Miku inizia a coinvolgere diverse divisioni della compagnia, dal reparto consumer a quello amusement, per passare dalle immancabili divisioni dedicate alla realizzazione di prize per gli Ufo Catcher e di gadget da vendere al dettaglio. Per evitare che l’ip possa diventare incontrollabile e possa nel tempo perdere valore, prende forma l'”HATSUNE MIKU Project”, un progetto che possa coordinare le diverse divisioni impegnate con Hatsune Miku con meeting periodici e tabelle di marcia condivise. Come responsabile e supervisore viene scelto Hiroshi Utsumi e Seiji Hayashi prende il suo posto come producer dei titoli realizzati dal CS3. Vengono tuttavia volutamente rispettate le peculiarità di ogni team coinvolto, come si può notare dalle leggere differenze stilistiche tra un titolo e l’altro, in particolare per quanto riguarda il character design.

La roadmap inizialmente è abbastanza semplice, prevede il rilascio di un titolo all’anno e l’aggiornamento costante del cabinato. Forti del successo della saga, nel 2012 si sceglie tuttavia di aumentare i ritmi. In attesa dello sviluppo da parte del CS3 del primo Hatsune Miku per Playstation Vita (Project Diva f), Am2 infatti si occupa della realizzazione di Project Mirai, un titolo per Nintendo 3DS caratterizzato dall’utilizzo dello stile nendoroid. Il titolo ottiene un discreto successo e spinge Sega of Japan a realizzarne un seguito per l’anno successivo, dove Hatsune Miku sbarca per la prima volta anche su home console con Hatsune Miku: Project Diva F per Playstation 3.

Hatsune Miku sbarca in occidente:

Con una Sega of Japan sempre più chiusa a riccio ed una Sega of America sempre più distaccata dalle sue origini, Hatsune Miku è un po’ l’eccezione che conferma la regola. Dopo anni di mancate localizzazioni (basti pensare anche a sequel fondamentali come Yakuza 5 o la macabra fine di Valkyria Chronicles), Sega decide infatti nel 2013 di provare a localizzare Hatsune Miku: Project Diva F, lanciando sulla propria pagina Facebook un semplicissimo messaggio “Like & share if you want Hatsune Miku: Project Diva F for PS3 in the west”. In poco tempo il post pubblicato viene condiviso da migliaia di persone (25.000 likes e 15.000 share) convincendo i sonnolenti manager di Sega West alla localizzazione. E’ in realtà tutto già scritto, qualsiasi titolo Sega avrebbe ricevuto simili numeri per una localizzazione, pensiamo anche solo ad un post dedicato ad uno Shenmue e non sono certo i like di Facebook a convincere Sega. Hiroshi Utsumi da esperto del settore non si meraviglia di quello che sta accadendo, la localizzazione fondamentalmente è stata resa possibile dalla quantità limitata di testo da tradurre, diversamente difficilmente si sarebbe assistiti al miracolo. Negli Stati Uniti bisogna inoltre considerare lo sbarco del sistema Vocaloid, una coincidenza che difficilmente Sega avrebbe potuto lasciarsi scappare, non dopo il successo realizzato in patria.

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Al di là dei like su Facebook e le strategie di mercato, il pubblico premia Sega ed incoraggia quest’ultima ad annunciare la localizzazione di Hatsune Miku Project Diva F 2nd per PSVita e Ps3 così come, ed arriviamo al quinto anniversario della saga, Hatsune Miku Project Mirai Remix per Nintendo 3DS, la versione occidentale di Project Mirai 2 (che al suo interno contiene sostanzialmente il primo episodio).

Sega x Hatsune Miku: il party del 5° Anniversario

Il 2 Luglio scorso, Sega of Japan ha tenuto presso il Tokyo Joypolis un party dedicato alla sua collaborazione con Hatsune Miku. Vi era tutta la nomenclatura responsabile del progetto e ovviamente un gran numero di fan e addetti ai lavori, ansiosi di scoprire le prossime mosse della “triade” per festeggiare al meglio questo quinto anniversario. Durante la lunga chiacchierata Utsumi, Osaki e Hayashi hanno ripercorso la storia della saga, svelando alcuni aneddoti sulla stessa e annunciando il raggiungimento di 2,5 milioni di copie vendute nel Sol levante. Utsumi in particolare ha raccontato di come il primo gioco fosse previsto inizialmente per Marzo ma che una generale insoddisfazione dei risultati raggiunti lo convinsero a sposare la data di uscita per Luglio. Seguirono mesi concitati ma alla fine il gioco uscì soddisfando l’intero team di sviluppo. Ha raccontato inoltre anche di quando al TGS restò terrorizzato dal costume di Mikudayo (Miku versione Nendoroid) scatenando l’ilarità di Osaki. Durante la serata, oltre a Project Mirai Remix è stata annunciata la commercializzazione di una soundtrack celebrativa composta da 39 canzoni, che verrà accompagnata nei negozi dalla consueta invasione di merchandise dedicato.

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A 5 anni di distanza Sega si ritrova così tra le mani un’ip solida, con vendite costanti e con in tutta sincerità, un’innata capacità di sequelizzazione. Il radicamento della stessa in occidente appare come il lieto fine di una delle poche storie di successo dell’attuale dirigenza ed uno dei pochi progetti ad ampio respiro realizzati in questi ultimi anni.

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Credits:
Sharkone“Remember Laya’s Law”